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COP26, non è un bel traguardo ma un grande punto di partenza

Risultati insufficienti ma comunque impensabili fino a poco tempo fa

Roma, 16.11.2021 “Il Glasgow Climate Pact non è sufficiente a fronte della gravità e della velocità con cui avanza l’emergenza climatica”, afferma Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura. “Ma sarebbe un errore non considerare anche i passi positivi, la strada verso le rinnovabili è sempre più evidente.

I mercati e la finanza sono ormai orientati verso la svolta verde. Per la prima volta i combustibili fossili non sono più un tabù nel dialogo sul clima. La riduzione progressiva del carbone è stata finalmente messa nero su bianco, mai prima d’ora questa risoluzione era stata adottata a valle dei negoziati climatici delle Nazioni Unite, e non era scontato avvenisse nemmeno in questa occasione.

Soltanto fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile vedere la Cina e gli Stati Uniti aprire un tavolo per rafforzare la cooperazione sulla riduzione delle emissioni. Non mancano i segnali per supporre ragionevolmente che Cina e India, nonostante le dichiarazioni, potrebbero accelerare la decarbonizzazione. E’ una questione di business. Una riduzione tardiva dell’impiego dei combustibili fossili indebolirebbe la competitività dei Paesi, dal momento che la metà degli asset fossili a livello globale potrebbe perdere valore entro il 2036 perché sostituita da investimenti in rinnovabili”, sostiene Agostino Re Rebaudengo.

A COP26 194 Stati hanno stabilito di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C a metà secolo e di ridurre del -45% le emissioni di CO2 entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010.

Guardando ai Paesi meno sviluppati, la storia dell’innovazione tecnologica ci insegna che potremmo assistere ad un “salto tecnologico”, ovvero a percorsi di crescita delle loro economie compatibili con i target climatici. Affinché ciò accada, sarà determinante che le economie più ricche tengano fede all’impegno di versare i fondi per la transizione globale, dando quei 100 miliardi all’anno ai Paesi più poveri promessi già nel 2009.

Di sicuro in Italia ridurre le emissioni di CO2 in linea con il target europeo del -55% al 2030 è una straordinaria opportunità per l’economia e l’occupazione che permetterà di attivare 1.100 miliardi di investimenti e creare 250.000 nuovi posti di lavoro netti in Italia.

Per maggiori informazioni:

Elettricità Futura comunicazione@elettricitafutura.it

Messaggio al governo: “pianificare e valorizzare il contributo delle biomasse legnose al 2030”

Le associazioni di categoria Aiel, Ebs, Elettricità Futura, Fiper con un documento chiedono al governo nuove e urgenti misure per assicurare il contributo delle biomasse nel mix energetico del prossimo decennio.

 

Quotidiano Energia – 28 Luglio 2020 – Le Associazioni delle biomasse hanno presentato un documento/manifesto unitario per chiedere al Governo di rimettere al centro dell’agenda politica il comparto delle bioenergie.

 

Un settore, spiegano nella nota che accompagna il documento (allegato in basso), che produce energia rinnovabile e soprattutto promuove sviluppo locale e presidio del territorio nelle aree cosiddette “interne e marginali”.

 

Attualmente i dati dicono che dalle biomasse legnose si generano all’anno circa 86 TWh di energia termica e 4 TWh di energia elettrica. A livello di prelievi sul territorio italiano siamo a 0,71 m3/ha contro una media europea di 2,39 m3/ha.

 

Le Associazioni esprimono forte preoccupazione per il futuro del settore.

 

Secondo AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali), EBS (Associazione italiana dei produttori di Energia da Biomasse Solide), Elettricità Futura, la principale Associazione del mondo elettrico italiano e FIPER (Federazione Italiana dei Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili), è prioritario un intervento per il mantenimento dell’attuale capacità di generazione e per lo sviluppo di nuova capacità delle biomasse.

 

Intervento cruciale per la programmazione delle rinnovabili al 2030 e il raggiungimento dei target delineati dal Governo nel Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC) inviato a Bruxelles.

 

Nel Manifesto “Proposte per la continuità e lo sviluppo degli impianti a biomasse legnose”, le Associazioni auspicano azioni concrete, a partire dall’emanazione dell’atteso “DM FER2”, ma più in generale di provvedimenti, correlati all’attuazione del PNIEC e del Green Deal europeo, che siano in grado di riconoscere il necessario sostegno ad un settore in grande sofferenza sia per i piccoli impianti che per quelli più grandi.
Ricordiamo che Francia, Spagna e Germania prevedono al 2030 un incremento delle bioenergie al 68% rispetto al 30% previsto in Italia.

 

In mancanza di provvedimenti, dicono le associazioni, le difficoltà attuali nel realizzare nuove iniziative, nonché la progressiva dismissione di un parco impianti ancora performante, renderanno ancora più difficile traguardare gli obiettivi prefissati.

 

In questa delicata fase di ripartenza per il nostro Paese, la produzione di energia da biomasse (termica, elettrica, climatizzazione) assicura lo sviluppo delle filiere locali, con benefici ambientali, sociali ed economici: dalla gestione e manutenzione del patrimonio forestale, alla valorizzazione dei terreni marginali e all’impiego dei sottoprodotti fino alla redistribuzione del reddito sul territorio.

 

Importante per le associazioni la tracciabilità delle biomasse (e documentazione che provengano da non oltre 70 km), il rispetto dei limiti di emissioni di polveri (valore limite: 30 mg/Nm3 al 6% di O2) e il mantenimento della capacità installata e la rottamazione di impianti obsoleti.

 

Inoltre, nella produzione di tecnologie e servizi per il settore delle biomasse, l’industria nazionale esprime realtà dinamiche e innovative.

 

Infine, la programmabilità caratteristica di questa fonte e la possibilità di impiegarla per tutti gli usi energetici, sia in applicazioni utility scale che residenziali, la rendono particolarmente utile nella transizione verso un modello caratterizzato dalla diffusione di fonti intermittenti e di soluzioni di generazione distribuita basate sull’interazione tra produttori-distributori-consumatori (comunità energetiche).

Rinnovabili: Antonio Di Cosimo è il nuovo presidente di Ebs

Roma, 20 maggio 2020 – Il consiglio direttivo di Ebs, l’associazione Energia da Biomasse Solide, ha eletto all’unanimità il nuovo presidente, che sarà Antonio Di Cosimo, amministratore delegato di Bonollo Energia Spa e socio fondatore dell’associazione stessa, che succede a Simone Tonon.

“Innanzitutto, ci tengo a ringraziare Simone Tonon per quanto fatto in questi anni. Nei prossimi mesi, in assoluta continuità con il suo operato, continueremo a lavorare per promuovere il nostro settore – dichiara Di Cosimo – Negli ultimi anni, infatti, l’associazione è cresciuta tanto sia in ambito italiano, grazie ad un dialogo costante con le Istituzioni, ma anche in ambito europeo, con l’affiliazione a Bionenergy Europe”.

“Questo particolare contesto storico, inoltre, ci mette di fronte ad una sfida – continua – ossia convertire un momento di difficoltà in una grande opportunità di rilancio per il sistema produttivo e per i propri attuali modelli energetici. Ci troviamo, oggi più che mai, a dover salvaguardare la sussistenza dei nostri impianti, per garantire il raggiungimento degli obiettivi del Pniec”.

Proseguirà l’impegno di Ebs richiedendo un quadro normativo certo che consenta di mantenere l‘operatività del settore e di conseguenza permetta il sostegno di tutto l’indotto che spazia dal settore agricolo, attraverso le produzioni agroenergetiche, la valorizzazione dei terreni marginali, l’impiego dei sottoprodotti agroindustriali, a tutto il settore della logistica della biomassa.

L’impiego delle biomasse residuali negli impianti delle associate inoltre mette in moto un meccanismo virtuoso che contribuisce ad assicurare la regolare manutenzione del patrimonio boschivo, ad evitare combustioni incontrollate, altrimenti destinate allo smaltimento in discarica. Tutto questo mantenendo sempre alta l’attenzione per l’ambiente, monitorando i propri impianti attraverso sofisticati sistemi di controllo delle emissioni.

Nuova Strategia Energetica Nazionale – Osservazioni dell’associazione EBS

Tonon: “Bene principi ed impostazione generale ma non penalizzare iniziative già in corso”

 

Roma, 13 settembre 2017. Sono state avanzate le proposte da parte dell’Associazione Energia da Biomasse Solide (EBS) tramite un documento, trasmesso ai Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dopo la pubblicazione della Strategia Energetica Nazionale (SEN) al termine della fase di consultazione pubblica conclusasi la scorsa settimana.

 

EBS – che raggruppa più della metà degli operatori del settore, con una potenza complessiva installata di oltre 280 MW e un utilizzo di quasi 3 milioni di tonnellate annue di biomassa solida – condivide gli obiettivi, l’impostazione complessiva e i principi della SEN, in particolare riguardo il ruolo delle fonti rinnovabili in Italia. Tuttavia, pur apprezzando molti elementi contenuti nel documento di consultazione, ha evidenziato la necessità di rafforzare il ruolo delle biomasse per la produzione di energia elettrica e calore nella SEN, alla luce del contributo, unico tra tutte le rinnovabili, sotto il profilo socio-economico, ambientale e di integrazione sinergica con il mondo agricolo e forestale.
“Riteniamo necessario che la politica energetica nazionale in corso di definizione con la SEN debba considerare il valore aggiunto che il settore della produzione di energia da biomasse solide apporta al sistema Italia”- evidenzia Simone Tonon, presidente dell’Associazione EBS, il quale aggiunge – “crediamo che la SEN, il cui obiettivo ben chiaro per il comparto dell’energia da biomasse solide è il mantenimento della quota attuale di produzione, abbia il compito di rafforzare il contributo di questo settore, anche alla luce della rilevante quantità di biomasse disponibili in Italia”.
“Pertanto gli strumenti di attuazione della SEN” – riprende Tonon – “dovranno essere coerenti con gli obiettivi ed il ruolo per questo settore”. “In questo contesto l’associazione EBS ritiene che le politiche di promozione della produzione di energia da biomasse solide debbano prevedere misure tali da mantenere l’attuale capacità di generazione elettrica installata mediante la stabilità agli strumenti incentivanti e la creazione di condizioni per promuovere investimenti finalizzati all’ulteriore miglioramento  delle prestazioni ambientali. Inoltre dovranno essere individuati degli strumenti per la valorizzazione del patrimonio di biomasse solide prodotte in Italia, specialmente se residuali e se provenienti dalla filiera bosco”
Secondo EBS, è altresì fondamentale che lo strumento di attuazione della SEN debba includere – quali requisiti essenziali – la chiarezza e la sicurezza del quadro regolatorio e la sua stabilità, al fine di riaccendere la fiducia degli investitori in un settore, come la generazione elettrica da biomasse solide, già in passato oggetto di provvedimenti incoerenti.
“L’iniziativa del Governo per la definizione  della SEN, volta ad accompagnare il processo di transizione energetico – è senz’altro – aggiunge Tonon – un’opportunità unica per favorire un dibattito articolato e ampio sui piani futuri di indirizzo. Pertanto auspichiamo che vengano accolte le nostre considerazioni e ci rendiamo disponibili a un confronto con i Ministeri competenti per valorizzare il ruolo delle biomasse solide in Italia.”

 

L’AssociazioneEnergia da Biomasse Solide (EBS) annovera tra i suoi fondatori i principali operatori nazionali del settore – Biolevano, Biomasse Italia, Biomasse Crotone, Bonollo Energia, C&T, Fusine Energia, Ital Green Energy, San Marco Bioenergie, Serravalle Energy, SardiniaBio Energy, Tampieri Energie, Triera Power e Zignago Power – ciascuno proprietario almeno di un rilevante impianto di produzione. Con una potenza elettrica complessivamente installata di oltre 280MW, questi impianti sono presenti in diverse regioni italiane (dalla Calabria alla Lombardia, dalla Sardegna al Veneto) e generano un indotto di oltre 5.000 addetti tra diretti e indiretti, soprattutto legati all’approvvigionamento e gestione dei circa 2,8 milioni di ton/anno di biomassa legnosa, per la quasi totalità raccolti in Italia. www.biomasseenergia.it

Energia da biomasse solide strumento top economia circolare

Il contributo della produzione di energia elettrica da biomasse solide rappresenta non solo uno strumento fondamentale di attuazione dei principi dell’economia circolare, ma anche un elemento importante per la tutela ambientale, nonché per la riduzione dei costi sociali e lo sviluppo economico del settore agricolo e delle comunità locali.

 

E’ quanto emerso nel corso della tavola rotonda “Biomasse solide, pilastro dell’economia circolare”, promosso dall’Associazione Energia da Biomasse Solide (Ebs), che raggruppa più della metà degli operatori del settore, con una potenza complessiva installata di circa 265 MW e un utilizzo di quasi 3 milioni di tonnellate annue di biomassa.

 

“Nonostante il patrimonio forestale nazionale costituisca il 36% della superficie complessiva del Paese – ha sottolineato Luca Sani, presidente Commissione Agricoltura della Camera – l’Italia è il primo importatore di legna da ardere, il terzo acquirente di residui e scarti legnosi e il dodicesimo compratore di cippato di conifere, a livello mondiale. Le cause di questa situazione sono da individuarsi nella mancanza di norme chiare per un concreto utilizzo delle risorse boschive, nella parziale applicazione della normativa europea di riferimento, nonché nella discordanza delle normative regionali.

 

E’ per queste ragioni che si rende necessaria una nuova politica forestale nazionale, che promuova e favorisca l’uso del legname e dei cascami nostrani e che allo stesso tempo consenta la manutenzione e la salvaguardia dei boschi”.

 

Per Simone Tonon, presidente dell’Associazione Ebs: “E’ fondamentale valorizzare tutte le potenzialità della filiera agroenergetica. Basti pensare che l’Enea stima una disponibilità effettiva di biomassa residuale ad uso energetico complessivamente pari a 13,2 milioni di tonnellate annue.

 

Inoltre, una gestione corretta e sostenibile degli 11 milioni di ettari di superficie boschiva italiana – peraltro in costante aumento nel corso degli ultimi decenni – consentirebbe al sistema Paese un importante risparmio di oneri per fare fronte ai dissesti idrogeologici e agli incendi boschivi”.

 

“Le biomasse solide – ha osservato Stefano Saglia, coordinatore delle attività dell’Associazione Parlamentari per lo sviluppo sostenibile – possono contribuire a pieno titolo al raggiungimento degli obiettivi nel settore delle fonti rinnovabili, posti dalla Commissione Europea sino al 2030. Il governo deve stabilire i criteri e gli incentivi, nel rispetto della direttiva sugli aiuti di Stato, a decorrere dal 1 gennaio 2017 e poi la fine degli incentivi dal 2020. Le imprese per programmare gli investimenti hanno bisogno di certezze e stabilità normativa, ben vengano quindi aste competitive e neutralità tecnologica, purché si faccia presto”.

 

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Energia da biomasse solide, Comitato diventa associazione

Roma, 11 mar. (askanews) – “A meno di un anno dalla sua nascita, il Comitato Energia da Biomasse Solide – costituitosi per far fronte alla contingenza del nuovo Decreto Fonti Energetiche Rinnovabili (FER), che avrebbe penalizzato fortemente il settore, e ancora in attesa di pubblicazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico – consolida il suo percorso e diventa Associazione”. Lo rende noto lo stesso Comitato in una nota. La sigla del nuovo statuto è avvenuta a Roma alla presenza dei soci fondatori: Biolevano, Biomasse Italia, Biomasse Crotone, Bonollo Energia, C&T, Fusine Energia, San Marco Bioenergie, Serravalle Energy, Sardinia Bio Energy e Zignago Power.

 

Simone Tonon, già portavoce del Comitato, è stato eletto all’unanimità Presidente dell’Associazione EBS. Con lui faranno parte del Consiglio direttivo anche Bruno Fisi, eletto Vice Presidente, Andrea Bigai, Segretario e Tesoriere, Luigi Galloppa e Antonio Di Cosimo.

 

Scopo dell’Associazione EBS è “rappresentare, in maniera ancora più incisiva, un vero e proprio settore industriale che genera molteplici benefici per il sistema Italia e che non è in competizione con il settore food”. “Non solo da un punto di vista ambientale, grazie a sofisticati sistemi di controllo delle emissioni, assicurando la regolare manutenzione del patrimonio boschivo ed evitando combustioni incontrollate, ma anche da un punto di vista economico, soprattutto per il settore agricolo, attraverso le produzioni agroenergetiche, la valorizzazione dei terreni marginali, l’impiego dei sottoprodotti e per tutto il settore della logistica della biomassa”, prosegue la neonata Associazion e. Le imprese del settore rappresentano, poi, “un punto di riferimento per lo sviluppo di una tecnologia nazionale per la costruzione e la manutenzione di impianti energetici”. Inoltre, l’Associazione avrà il compito di vigilare sulla tutela e sullo sviluppo di tutte le imprese e associazioni operanti nel settore della produzione di energia da fonti rinnovabili, dello studio e della ricerca relativa alle biomasse solide legnose e soprattutto della filiera industriale a essa collegata.

 

“Siamo convinti – ha dichiarato il neo Presidente, Simone Tonon – che il ruolo del comparto in Italia possa consolidarsi ulteriormente grazie al contributo di questa Associazione. Sostenibilità, riduzione degli impatti, occupazione, sviluppo del territorio, tecnologia, ricerca dell’efficienza; tutti principi per i quali il settore delle biomasse lavora da anni con l’obiettivo di consolidarli nel lungo periodo”.

 

 

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Il decreto sull’energia da biomassa solida non piace alle imprese

Il governo pensa a un decreto ponte che modificherà le regole degli incentivi, ma le aziende protestano

 

La firma al decreto ministeriale da parte dei Dicasteri competenti (Ambiente, Sviluppo economico e Politiche agricole) che disciplina gli incentivi agli impianti “verdi” – escluso il fotovoltaico – c’è. Adesso si attende il parere della Conferenza Unificata, previsto per fine ottobre. Poi la palla passerà all’Authority dell’energia e già non si esclude la richiesta di alcune modifiche. Se il nuovo decreto dovesse entrare in vigore, il vecchio regime degli aiuti agli incentivi (risalenti al 2012, ndr) sarà esteso a tutto il 2016, in attesa che l’anno seguente venga recepita la Direttiva Europea in materia di aiuti di Stato per il settore dell’energia, con il conseguente cambio dei contributi alle rinnovabili.

 

Tuttavia, com’era facilmente prevedibile, questo decreto ponte non piace proprio a tutti. I primi ad alzare i toni sono le aziende produttrici di energia da biomasse solide che a Roma, presso la Sala degli Atti Parlamentari del Senato, hanno riunito tecnici e politici per parlare del futuro di questo comparto industriale messo a rischio dall’eventuale approvazione del nuovo decreto FER. In particolare, l’allarme è stato dato dal neo Comitato Energia da Biomasse Solide, all’interno del quale confluiscono ben 17 operatori per un totale di 24 impianti attivi in tutta Italia e una potenza complessiva di circa 350 MW. A esprimere la propria preoccupazione anche Aldo Di Biagio, vicepresidente Commissione ambiente del Senato che, tramite una nota, ha fatto sapere di essere “a conoscenza delle criticità che si prospettano a seguito dell’avvio del nuovo sistema di tariffe” e di impegnarsi affinché “si possa predisporre un intervento, anche di carattere normativo, che introduca delle misure che consentano di riequilibrare i margini di redditività del settore ed evitare di mettere in pericolo anche i profili occupazionali”.

 

Un ambito, quello lavorativo, di non poco conto, soprattutto se si pensa che solamente il Comitato rappresenta un indotto di circa 5 mila addetti tra diretti e indiretti. Inoltre, ricorda Simone Tonon, portavoce della delegazione: “è necessario anche un intervento di adeguamento sulla filiera di approvvigionamento della biomassa, italiana al 90%”. Nel nostro Paese la produzione di energia elettrica derivante da questa fonte rappresenta una potenza totale installata di circa 590 MW (GSE, dati 2012) e – ricorda sempre il Comitato EBS – è l’unica in grado di garantire una regolarità e una continuità di esercizio per oltre 8 mila ore l’anno, con produzioni costanti e programmabili, in quanto, a differenza delle altre rinnovabili come l’eolico o il fotovoltaico, non dipende da fattori climatici e ambientali.

 

Una realtà industriale importante anche secondo il Sottosegretario di Stato alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione che, a chiusura del convegno, ha dichiarato: “Questa questione non è liquidabile con un tweet. E’ auspicabile una politica forte a tutela di una filiera che genera economia. Dobbiamo dare al decreto una dimensione più larga e fare scelte oculate. In un momento in cui tutte le Regioni stanno avviando la nuova programmazione, avremmo dovuto fare scelte politiche piuttosto che burocratiche. Oggi c’è un problema reale di politica e di scelte, ed è necessaria una sollecitazione trasversale anche a livello parlamentare. Mi metto a disposizione e il mio impegno oggi è quello di continuare a lavorare a questo tavolo”.

 

Fonte: La Stampa

Finalmente è nato il primo comitato dei produttori di Energia da Biomasse Solide (EBS)!

Roma, 21 lug. – Piu’ di 15 operatori che, con oltre 17 impianti alimentati da piu’ di 3,5 milioni di tonnellate annue di biomasse solide e i suoi 3 mila addetti (diretti e indiretti), rappresentano il 60% dell’energia elettrica prodotta in Italia attraverso questa fonte rinnovabile. Questi sono solo alcuni dei numeri che caratterizzano il nuovo Comitato ‘energia da Biomasse Solide’, nato con l’obiettivo di tutelare il settore, seriamente messo a rischio dal cambio del regime tariffario che andra’ a soppiantare i Certificati Verdi. “Abbiamo deciso di dare un nome e un volto agli sforzi compiuti in tutti questi anni- spiega Simone Tonon, portavoce del Comitato- soprattutto alla luce dell’avvio del nuovo sistema di tariffe che sostituira’ i Certificati Verdi dal 1 gennaio 2016 e che, per effetto del mancato adeguamento delle tariffe incentivanti agli attuali prezzi dell’energia, portera’ a una iniqua penalizzazione solamente per le biomasse solide- a differenza dalle altre fonti rinnovabili- con il conseguente collasso del settore. Il nostro e’ un comparto che genera molteplici benefici per il sistema Paese. Oltre a tutelare l’ambiente, grazie a una combustione controllata e un regolare utilizzo delle biomasse residuali, altrimenti destinate alla discarica o peggio bruciate in modo inidoneo, tale settore contribuisce alla corretta manutenzione del patrimonio boschivo, permettendo il taglio selettivo e sostenibile nonche’ il recupero della materia prima, diversamente a carico dello Stato e degli Enti pubblici. Inoltre, il 90% delle biomasse impiegate e’ di provenienza italiana, con un ritorno positivo anche sul settore agricolo, grazie alle produzioni agroenergetiche, alla valorizzazione dei terreni marginali e all’impiego dei sottoprodotti e ai numerosi accordi di filiera sottoscritti con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali”. Cosi’ in un comunicato Utopia – Relazioni istituzionali e media relations Comitato Ebs. “E’ bene poi ricordare che l’energia pulita, prodotta mediante questa fonte, a differenza delle altre rinnovabili, come l’eolico o il fotovoltaico, non dipende da fattori ambientali e pertanto assicura una regolarita’ e una stabilita’ di fornitura elettrica per oltre 8 mila ore l’anno’. Conclude Tonon: ‘l’incentivo a questo comparto va a coprire i costi operativi e di gestione corrente degli impianti, al pari di un settore industriale, e oltre il 20% di quest’ultimo rientra quindi nelle casse dello Stato sotto forma di tasse, di oneri fiscali e di oneri contributivi. A fronte di una modifica dell’attuale versione del decreto, che comporterebbe un esborso di circa 50 milioni di euro, il Governo rischia di perdere il prossimo anno un settore in grado di garantire un mercato di approvvigionamento di biomasse legnose per circa 250/300 Mln/anno, senza contare il costo sociale derivante dalla chiusura degli impianti, la cassa integrazione per gli addetti e le ripercussioni economiche su un indotto di rilevanza nazionale’. Questa istanza e’ stata peraltro gia’ rappresentata con forza nella comunicazione congiunta del 15 luglio 2015 di Assoelettrica e Assorinnovabili- inviata all’attenzione del Ministro Guidi (Mise) e del Ministro Galletti (Mattm)- evidenziando come il settore delle biomasse solide generi un gettito fiscale comparabile all’impatto delle misure di stabilizzazione dell’incentivo, necessarie a evitare il collasso del comparto e fondamentali per la sopravvivenza di quest’ultimo. Gia’ attivo da due anni, nel Comitato Ebs confluiscono le piu’ importanti aziende produttrici di energia elettrica da fonti rinnovabili, attraverso l’uso esclusivo di biomasse solide: Biolevano, Biomasse Crotone, Biomasse Italia, Bonollo energia, C&T, Enomondo, Serravalle Energy, Ital Green Energy, San Marco Bioenergie, Sardinia Bio Energy, Sicet, Sper, Tampieri Energie, Zignago Power”, conclude Utopia – Relazioni istituzionali e media relations Comitato Ebs.

 

Fonte: EBS

Intervista ad un nostro collaboratore per un macchinario recentemente acquistato.

 

“La creazione “ex novo” di una filiera nel territorio” spiega Walter Pichiri, responsabile degli approvvigionamenti della biomassa, “ ha creato la necessità di reperire macchinari specializzati che non erano già presenti nel mercato regionale. Tra i vari macchinari acquistati c’è il trituratore TG5000, scelto appositamente per poter sfruttare i recuperi che nel passato hanno rappresentato un problema e che adesso diventano una risorsa energetica.”

 

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Notizie da Rinnovabili.it*

 

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